La Costa degli etruschi

Esiste un territorio bellissimo, al centro della linea di costa toscana e al primo entroterra, denominato Costa degli Etruschi, che fu individuato e occupato già 3000 anni fa, come area per lo sviluppo sociale, economico e politico, da parte della misteriosa e potente civiltà etrusca. Questo territorio ha oggi come confini geografici a Nord l’abitato de Rosignano Solvay, noto per le sue spiagge bianche come quelle caraibiche, a Sud il famoso Golfo di Baratti, noto per le sue antiche fonderie di ferro e le necropoli etrusche di Populonia e l’entroterra con la prima linea collinare che ospita  gli abitati caratteristici di Collesalvetti, Cecina, Rosignano marittimo, Bibbona, Sassetta, Suvereto, San Vincenzo, Castagneto Carducci; Bolgheri, e Campiglia Marittima. Un’armonia unica nel suo genere, perché sia per ragioni storiche che di sviluppo socio demografico questo territorio è riuscito a realizzare un ‘paesaggio toscano’ perfetto, fatto di piccoli borghi e poderi sparsi, boschi mediterranei, pianure fertili con terreni ricchi di minerali, pinete costiere, vegetazione ripariale e retrodunale,  spiagge di sabbia finissima con fondali bassi. UN CAPOLAVORO DI ACCOGLIENZA.

Sin dall’alto medioevo e fino ai nostri giorni, il territorio della Costa degli Etruschi, ha avuto pochi nomi di proprietari che si ripartivano grandi latifondi frazionati in poderi. Si, il podere.  un singolo mezzadro alle dipendenze del proprietario terriero gestiva dall’alto della sua modesta casa colonica un territorio agricolo sufficiente al sostentamento  della sua famiglia e arricchiva le tasche del proprietario con le risorse eccedenti. Un sistema assai diffuso specialmente in Toscana, che si è mantenuto sino ai nostri giorni donandoci quell’inconfondibile emblema del paesaggio toscano: casa colonica sulla sommità di una collina, circondata da terreni agricoli e il classico filare di cipressi a delineare confini e strade di accesso al podere, una meraviglia!

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Cosa ci dona la natura della Costa degli Etruschi

Riserva naturale Tomboli di Cecina (Cecina, Livorno)

In questo lembo di natura, preservata sin dal 1977 nei suoi 465 ettari nella provincia di Livorno, si racchiude un ecosistema di pineta e ambiente lacustre limitrofe al mare, di splendida armonia e quiete. Tutto l’anno solare tra profumi  e temperature piacevoli, passeggiare o realizzare attività sportive ai Tomboli di Cecina è un certo elisir di lunga vita. Qui è possibile sviluppare circuiti a piedi o in bicicletta durante tutto l’anno e raggiungere facilmente il mare con la sua immensa spiaggia o veri servizi turistici.

Oasi WWF Orti Bottagone (Piombino)

Un’area gioiello per tutti gli amanti dei volatili è certamente questo specchio d’acqua dolce che nel 1991 ha visto la sua fondazione con i suoi attuali 126 ettari di area lacustre protetta. Proprio alle spalle del Parco Costiero della Sterpaia, perciò ben abbinabile con la ‘doppia’ visita, sorge questa riserva fortemente voluta dal WWF e Fulco Patresi (come presidente del WWF Italia) che firmò proprio davanti ad un notaio a Piombino, l’acquisto da un privato,  dell’area che include zone lacustre, campi a coltivazione e area di vegetazione ripariale, arbustiva e arborea.  Qui siamo nel paradiso del fenicottero rosa e di ben altre 230 specie di volatili, che si alternano durante tutto l’anno e in base alle loro abitudini: Svernanti, Nidificanti e di Passo.

Riserva naturale provinciale Oasi della Contessa (Collesalvetti, Livorno)

Siamo proprio ai margini di un’area fittamente antropizzata e con presenza di impianti industriali, strade veloci, ferrovie  e lottizzazione residenziale, insomma ciò che non si addice  ad una riserva naturale. Invece anche in questo caso la natura ci sorprende e con estremo adattamento ha ritrovato una curiosa situazione  di equilibrio e sopravvivenza. Nel 2004 viene definita Riserva Naturale Regionale e  all’interno di circa 84 ettari di terreno, diventa una zona naturale umida,  storico punto di riferimento per molte specie di uccelli acquatici nelle varie stagioni dell’anno. Ecco che ora qui sono stati censiti almeno 150 specie di uccelli e un numero importante di fauna locale, tra cui spicca la presenza del lupo come eccellente determinante naturalistico a rappresentare la qualità del luogo.  

Riserva naturale regionali Lago di Santa Luce (Santa Luce, Pisa)

Siamo in presenza di un eccellente esempio di integrazione tra natura e sviluppo della società. Questo splendido specchio d’acqua dolce ha visto il suo ampliamento grazie agli investimenti della locale industria chimica Solvay (bicarbonati), che già negli anni 60, necessitando di riserve di acqua dolce per il raffreddamento, ha ampliato questo originario piccolissimo specchio d’acqua dolce in mezzo alla campagna, all’attuale lago di oltre 250 ettari. Ecco che gli animali, soprattutto i volatili hanno reso evidente quanto fosse gradito e importante questo luogo, proprio per un corretto mantenimento del nodo migratorio e relativa rete ecologica.   Dal primo accordo LIPU-Solvay del 1992, alla riserva provinciale del 2000 per poi divenire sito di importanza comunitaria nel 2009, per ottenere maggiore protezione di questo scrigno di biodiversità.  

Oasi naturale WWF padule di Bolgheri (Castagneto Carducci, Livorno)

Siamo nel bel mezzo della Costa degli Etruschi, siamo nella tenuta di San Guido a Bolgheri (Livorno), siamo sui terreni del vino Sassicaia (tra i più acclamati e costosi vini a livello mondiale), siamo qui per apprezzare la prima oasi privata naturale in Italia, donata dal Marchese Incisa della Rocchetta, divenuta area protetta del WWF nel 1968,  zona umida di importanza internazionale 1977 ed infine rifugio naturalistico 1997. L’area si sviluppa oggi per 513 ettari dagli iniziali 80 ettari. Primato assoluto dopo 200 anni di assenza dalla maremma, la Cicogna bianca ha scelto proprio questa Oasi per ritornare. Un segnale molto evidente per un ecosistema sano e ben equilibrato.

Parco Costiero di Rimigliano

Quando la costa si fa perfetta eccoci all’interno della macchia di Rimigliano, un’area naturalistica protetta che però saggiamente la gestione ha mantenuto in tutta la suo integrità originaria. Un parco di 120 ettari, istituito già nel lontano 1973 interamente all’interno del Comune di San Vincenzo, con  6 chilometri di costa racchiude l’essenza del mediterraneo: pineta con predominanza del pino domestico, vegetazione pioniera, dunale e retrodunale, canali d’acqua salmastra e arbusti da carriga a bosco, insomma una perfetta scena di mare e vegetazione, soleggiato e ombrato. La sua fruizione da parte dei numerosi frequentatori, soprattutto durante la stagione estiva è agevolata dalla sapiente gestione dell’area parcheggio auto e camminamenti all’interno della macchia che conducono direttamente alla spiaggia.  Senza dubbio una delle pinete più belle della riviera toscana.

Area protetta costiera interesse locale della Sterpaia (Piombino, Sud)

Altra importante area a macchia mediterranea protetta e posta a Sud di Piombino, quasi un baluardo a difesa di una storica presenza di più ampia presenza naturalistica, li dove ora dominano campi agricoli e insediamenti abitativi e lavorativi. Questa realtà rende ancor più preziosa un’area verde protetta più dal buon senso che da qualsiasi legge, e che oggi si presenta in splendida forma con sapiente maestria della gestione dell’accoglienza e suggestione. Ben 4 ambientazioni naturalistiche: spiaggia, vegetazione retrodunale, macchia mediterranea e pineta, una miscela perfetta per un generale benessere.

Riserva naturale di Bibbona, conosciuta anche come Macchia della Magona

Quando la macchia mediterranea, si eleva a bosco, eccoci all’interno della riserva naturale di Bibbona – macchia della Magona, che con una estensione di ben 1635 ettari sin dal 1977 rappresenta un regno incontrastato di naturalità . Alle spalle del caratteristico paese di Bibbona, questa felice area verde è il territorio ‘matrice’ del suggestivo paesaggio tra mare-campagna-collina-bosco, che rendono tanto illustre Bibbona e dintorni. Non si tratta solo di uno splendido bosco mediterranea,  pari al CLIMAX per qualità e tenuta, ma stupisce il suo eclettismo, tra morfologia e realtà naturalistiche. Presenze come il daino, il capriolo, la volpe, il lupo, i cinghiali italiani assieme ad una equilibrata rete di strade sterrate e piccole aree pic-nic, rendono questa ampia area protetta di bosco mediterraneo, uno straordinario luogo per una attività esperienziale.

Riserva naturale di Monterufoli e Caselli

Le colline della provincia di Pisa  circondano completamente  la Costa degli Etruschi e le dona lembi di bosco appenninico che si riversa verso la ‘sponda’ tirrenica trasformandosi in bosco mediterraneo. Questo è lo spettacolo della riserva naturale di Monterufoli-Caselli, istituita nel 1995 dalla provincia di Pisa, con ben 4825 ettari questa area verde si colloca nel centro delle Colline Metallifere per annoverarsi del pregio di zona ‘WILDERNESS’ per eccellenza della Costa degli Etruschi e zona di protezione speciale a livello Europeo,…niente male no? All’interno di questo paradiso verde scorrono ben due torrenti importanti come lo Sterza e il Ritasso che dividono il parco in due: la zona Geotermica e più vasta del parco (Monterufoli) e la zona dei Monti Della Gherardesca affacciati al mare (Caselli).  Altro primato la biodiversità straordinaria con macchie di zone aride e limitrofe zone fresche, flora endemica dalla lecceta, allo storico tasso, dall’agrifoglio all’alloro. Proseguendo con la presenza dell’Aquila dei Serpenti, del lupo e del gatto selvatico. Eccellenze ad un passo!

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Cosa ci dona la civiltà della Costa degli Etruschi

La Costa degli Etruschi ha più di 3000 anni di civiltà, zona strategica inizialmente scelta dal popolo etrusco e poi ereditata e portata avanti in fase alterne tra alti e bassi, dai  Romani, Longobardi, Bizantini, Feudi Pisani, Fiorentini, Senesi, Medicei e Lorena. Per poi ritrovare, per mano e mente delle ultime generazioni dei nobili toscani, l’attuale conformazione. Queste terre, come molte altre nei secoli ne hanno viste di vicissitudini e la loro principale fortuna è  stata quella di non essere stata eccessivamente manipolata per mire infrastrutturali e conseguenti  violenze nei confronti del territorio. La Costa degli Etruschi non è solo un luogo bellissimo, ma è un autentico viaggiare nella ‘macchina del tempo’ dove la natura e la civiltà hanno proceduto di pari passo con il massimo rispetto reciproco. Qui di seguito elenchiamo solo una piccola parte di borghi e località rappresentative della Costa degli Etruschi:

Livorno

la città capoluogo di provincia, la labronica affacciata sul mare e storicamente la città più rinascimentale della Toscana, vista la sua costruzione di sana pianta durante il rinascimento da parte della famiglia dei Medici. La città con i canali d’acqua e  cosmopolita per natura, fondata come porto franco, terra natia del compositore Pietro Mascagni,  di Amedeo Modigliani e della corrente dei macchiaioli, di Renato Natali, del genero di Mussolini Galeazzo Ciano, della fondazione del Partito Comunista Italiano, del cantiere navale Fratelli Orlando, della grande comunità ebraica, dei 90 bombardamenti per mano delle truppe alleate, della prestigiosa ricostruzione, delle lotte sindacali, della natura incontrastata che la circonda tra mare e colline: una città da vedere e scoprire.

Cecina

che prende il suo nome dal fiume Cecina, che a sua volta prende il nome dalla famiglia etrusca che vi risiedeva quasi 3000 anni addietro, che oggi più che mai rappresenta la città principale dei servizi turistici della Costa degli Etruschi. La città con i  suoi comuni ha una vocazione agricola e le varie bonifiche succedutosi nei secoli per mano dei vari proprietari toscani, l’hanno resa forte e prospera. Saranno però le  evidenti bellezze territoriali a condurla verso una egemonia turistica, che regna incontrastata da anni, con una ricettività elevata e di qualità. La  rinomata spiaggia libera con 10km di pineta e sabbia finissima, assieme alla  posizione strategica come porta di ingresso verso l’entroterra dove sorgono Volterra e San Gemignano, solo per citare le più note, la rendono destinazione turistica di prim’ordine.

Rosignano Marittimo

il borgo di Rosignano con l’aggettivo ‘marittimo’ cioè che ha una relazione con il mare. Nel caso della Costa degli Etruschi, questo aggettivo accompagna diversi borghi che sono con ‘vista mare’ e perciò in stretta relazione con la costa e solitamente posti leggermente nell’entroterra e in collina.   Ne consegue una vista ottima e un micro clima perfetto tra leggera brezza marina e frescura della campagna. Storicamente come un poco tutti i borghi della Costa degli Etruschi, i primi insediamenti hanno origine preistorica e successiva presenza etrusco-romana, scelti  per il perfetto connubio tra controllo del territorio ed economia di sussistenza. Il mare, la campagna, il bosco come fonti di pesca, di agricoltura e di legname, la posizione sopraelevata ed esposta  verso mare  per l’intercettazione dei flussi ma anche per una buona esposizione solare. Oggi il borgo storico resta un delizioso gioiello ben curato e custodito, la comunità locale ha mantenuto in piccola parte la sua vocazione agricola/pastorale, ma la voce forte dell’economia anche qui è nel settore turistico e industriale, con la vicina realtà della fabbrica Chimica della Solvay.

Bibbona

rappresenta probabilmente l’esempio più caratteristico di piccolo borgo della Costa degli Etruschi, soprattutto per il suo equilibrio perfetto tra paesaggio e storia. Posto a poco più di 8 chilometri dalla linea costiera e poco sotto i 100m sul livello del mare, questo insediamento già frequentato in era paleolitica, ha donato i suoi primi resti di manufatti risalienti alla civiltà Villanoviana che ha rappresentato l’anticamera dell’avvento Etrusco-Romano. Un esempio eccellente frutto dell’evoluzione Etrusca, è un bronzetto del VI sec. A.C. che raffigura un Caprone, rinvenuti proprio in località di Bibbona assieme ad altre statuette votive. Bibbona non ha smesso di essere una località ambita, soprattutto dai grandi ducati toscani, come quello Pisano e Fiorentino, che si sono succeduti nei secoli assieme alla chiesa lucchese, il dominio di questa strategica e fruttifera area della Costa degli Etruschi. Bibbona ha sempre avuto la fortuna e la gloria dalla sua parte, sia come gestione sociale che economia di mercato, ecco perché oggi la troviamo in vetta alle classifiche nell’accoglienza turistica anche con il suo sbocco a Marina di Bibbona e il suo entroterra con le località California e la macchia della Magona. Un borgo una garanzia per ogni gusto e tipologia di vacanza o soggiorno.

Sassetta

la località più isolata della Costa degli Etruschi, in cima alle colline metallifere a 330 m sul livello del mare che dista circa 10 chilometri, al confine con la val di Cornia e immersa nei boschi mediterranei, al punto che è nota proprio come stazione climatica. Storicamente di origine rinascimentale, contesa tra i pisani e i fiorentini, vede nel suo valore delle cave minerarie e risorse dei boschi circostanti, la sua valenza primaria. In posizione elevata, questo borgo ha assunto nei secoli il ruolo di un solido baluardo per la gestione politica del territorio circostante, per giungere sino ai nostri giorni dove riveste un ruolo centrale nell’entroterra anche grazie alla sua fitta rete di strade ciclabili e sentieri escursionistici da esplorare.

San Vincenzo

è una località costiera, che ha rappresentato sin dagli albori delle prime civiltà sulla costa tirrenica, un approdo sicuro e ben predisposto per la sussistenza. Dopo una leggera presenza di gruppi etnici nel paleolitico è stato con l’avvento degli etruschi, che la località si è lanciata nella lavorazione del ferro, assurgendo velocemente assieme alla vicina città di Piombino e l’Elba, a fulcro minerario dell’Italia centrale. I ricchi boschi utilizzati per la produzione di combustibile per i forni della fonderia, le vicine colline metallifere frutto di complessi orogenesi e metamorfosi, la via Aurelia sul continente e il mare per il mediterraneo, hanno irreversibilmente segnato l’economia e la società di San Vincenzo.

Castagneto Carducci

significa storicamente Longobardi dal 754 con Wilfrid poi divenuto Santo Walfredo, capostipite della famiglia Della Gherardesca. Un unico casato nella storia che ha permesso il mantenimento di un paesaggio integro , ma non senza dissidi e lotte insite con la popolazione locale. I Della Gherardesca, hanno voluto da sempre imporre il nome del proprio casato su queste terra, Castagneto della Gherardesca, ma  la perdita di potere e la inevitabile supremazia medicea, hanno creato non pochi conflitti tra i Della Gherardesca e altri contendenti.  Ai primi del 1900 questo luogo è stato denominato Castagneto Carducci (in onore del sommo poeta Giosuè Carducci), i Della Gherardesca hanno riposto le armi e imbracciato l’economia vitivinicola e turistica, lanciando in tutto il Mondo il nome di Bolgheri.

Bolgheri

nome derivato dall’esercito di bulgari, alleati dei Longobardi, che qui vi sistemarono l’accampamento in difesa degli attacchi via mare da parte dei Bizantini, acerrimi nemici delle terre Etrusche. I Della Gherardesca hanno sempre cercato di mantenere il dominio di questo borgo e rocca strategica, seguendo un poco le medesimi vicissitudini di Castagneto Della Gherardesca e soprattutto in questo borgo e territorio, son riusciti a sviluppare l’industria vitivinicola per eccellenza. Grazie alla sua fortunata esposizione, con un microclima temperato e profumato dal mare e dalle terre ricche di minerali, i frutti di questi suoli hanno raggiunto livelli di qualità mai immaginati nel passato. Ecco che il salto di qualità a Bolgheri, arriva nel dopoguerra quando nel 1944 ci fu l’introduzione delle vigne di origine bordolese, da parte del genio del Marchese Mario Incisa della Rocchetta, che impiantò Cabernet Franc, Petit Verdot, Merlot e il celebre Cabernet Sauvignon. Bisogna attendere sino al 1994 per il primo DOC Bolgheri, il disciplinare Bolgheri Superiore ed il famoso e impareggiabile Bolgheri Sassicaia. Questo vino viene attualmente prodotto a base di Cabernet Sauvignon e cabernet Franc, presso la la tenuta di San Guido, ma non mancano altre eccellenze come i vini della casa dell’Ornellaia e Masseto, il Guado al Tasso, Le Macchiole, il Grattamacco e il Michele Satta. Tutti vini che rientrano nella denominazione Bolgheri DOC. Imperdibile il filare dei cipressi lungo 4 chilometri che separa l’antica Aurelia all’altezza di San Guido con il Borgo di Bolgheri, decantato da Giosuè Carducci cosi come la strada del vino da Castagneto Carducci sino a Bibbona, nota con il nome di ‘bolgherese’.

Populonia

è un antichissimo e minuscolo abitato arroccato sulla cime della collina maestra del golfo di Baratti sul mare, a Sud di San Vincenzo e a Nord di Piombino. E’ un abitato fortificato grazioso e caratteristico, ma la sua fama la deve all’adiacente Parco Archeologico di Baratti/Populonia, che rappresenta uno dei maggiori siti museali della civiltà Etrusca in tutta Italia. Un’immensa Necropoli popolata da importanti resti di una vivace e industriosa società etrusca, è a testimonianza del valore del sito di Populonia e Baratti.

Suvereto

siamo ai margini Sud della Costa degli Etruschi, per incontrare questo piccolo borgo medievale, fiore all’occhiello della alta maremma livornese e  ingresso nella Val di Cornia. E’ un borgo ben conservato e custode di forti tradizioni folcloristiche, che arricchiscono il calendario degli eventi nella bella stagione. Questa località deve la sua fama anche alle vicissitudini del cavaliere Ildebrando VII degli Aldobrandeschi, che ai primi dell’ottobre del 1201 accorse in aiuto ai suveretani, per proteggergli dalle continue scorribande dei pirati saraceni. La battaglia fu cruenta ma vittoriosa per il cavaliere Conte che raggiunse, ferito e  dopo varie vicissitudini il borgo di Suvereto, dove fu riconosciuto e accolto trionfalmente. Si susseguirono feste e banchetti, godendo del rinomato vino della val di Cornia e della prelibata carne del cinghiale locale.  Il cavaliere Ildebrando Conte palatino degli Aldobrandeschi concesse allora la CHARTA LIBERTATIS a riconoscenza dei fieri abitanti locali facendo divenire Suvereto il primo comune libero dell’Alta Maremma. La fierezza della popolazione locale persiste, la bontà dei frutti agropastorali lo stesso, la qualità del suo vino è apprezzato a livello internazionale: non ci resta che partecipare alla sagra del cinghiale che da oltre 800 anni si svolge in memoria della battaglia vinta dal Cavaliere Conte Aldobrando.

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Cosa mangerai durante il Tour in Costa degli Etruschi

cacciucco alla livornese

La Costa degli Etruschi è indubbiamente una parte della Toscana ben conosciuta, ma ancora in buona parte da scoprire per anche i suoi siti minori. Non solo cultura e paesaggi mozzafiato, ma anche prodotti tipici e vini da degustare.

La cucina sulla Costa degli Etruschi è a base di piatti semplici e tradizionali, realizzati con prodotti locali come il pesce o la cacciagione,  stagionali  come i formaggi di pecora e capra, da accompagnare con un buon bicchiere di Rosso di Bolgheri o della Val di Cornia o del Bianco assolutamente Vermentino.

Sulla Costa degli Etruschi i piatti tipici risentono fortemente del mare e delle popolazioni del mediterraneo. Perciò non c’è da stupirsi troppo se una delle maggiori richieste verte verso il famoso cacciucco, che è un gran mix di pesci e invertebrati, semplici (detti anche resti). Vanno bene anche le richieste a base di carne di cinghiale, cotto in tutte le maniere e sempre molto gradito sia come pietanza principale che come sugo.  Molto gradita  anche la ‘torta’ di ceci, cotta al forno a legna e in un vassoio di rame oppure lo stoccafisso alla livornese che viene prima fritto e poi cotto in salsa rossa, le acciughe o bianchetti e le telline con l’anguilla e tutto il pescato in queste acque, dalla paranza alle cernie di buca.   

Sicuramente l’ingrediente comune a tutte le ricette è l’olio extravergine dei colli locali.

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